SA BURRIDA 
             (Gattuccio di mare) 
             Una ricetta sarda assai gustosa 
             voglio donarvi oggi amici cari, 
             si deve lavorare senza posa, 
             il risultato, invero, è tra i più rari. 
             Un chilo di gattuccio fai bollire 
             a tronchi senza pelle e come odori 
             prezzemolo e cipolla devi unire, 
             limone per legarne poi i sapori. 
             A parte si soffrigge a fuoco lento 
             prezzemolo con aglio e dieci noci 
             che hai frullato bene con talento 
             e il fegato schiacciato assieme cuoci. 
             Il pesce raffreddato poi disponi 
             sulla terrina e copri con l'aceto, 
             aggiungi poi il soffritto ed addizioni 
             un filo d'olio a crudo ed è completo. 
             Il cibo preparato può restare 
             a lungo, in frigo, per ogni evenienza, 
             la scorpacciata oppure tu puoi fare 
             senza causarti i mali d'eccedenza. 
            Vittoria Zedda 
              
             LA TORTA PASQUALINA 
             Un buon piatto genovese 
  (tanto gusto e poche spese) 
  suggerisco a chi cucina 
  che si chiama “Pasqualina”. 
  Di verdura è uno sformato 
  che solletica il palato. 
             Per la sfoglia: di farina 
  2 etti e mezzo (quella fina) 
  e di burro tanto uguale 
  poi un pizzico di sale 
  e di acqua quanto basta. 
  Quindi forza, impasta, impasta! 
  Ma in commercio puoi trovare 
  pasta sfoglia da infornare. 
             Al ripieno ora passiamo 
  e ogni fase descriviamo. 
  Bietoline ben mondate 
  (un chiletto) van lessate, 
  mentre in olio, in gran padella, 
  friggi il trito di una bella 
  cipollotta fina fina 
  e di dolce carotina. 
  Fai dorare piano piano, 
  premi intanto con la mano 
  la tua bieta raffreddata 
  (così l'acqua è eliminata), 
  la tagliuzzi ed al soffritto 
  la misceli zitto zitto 
  giusto il tempo che insapori 
  poi dal fuoco levi fuori. 
  Nella ciotola frattanto 
  sbatti uova 3 (ma tanto), 
  metti sale e pepe (dai!), 
  quindi aggiungi 2 cucchiai 
  colmi di buon parmigiano 
  (sbatti sempre, ma fai piano). 
  Sul tagliere avrai tritato 
  (questo è un tocco raffinato) 
  aglio insieme a maggiorana. 
  Ma chi fa la torta strana 
  son 2 etti di quagliata 
  (“prescinseua” viene chiamata 
  in dialetto) che potrai 
  sostituire caso mai 
  con stracchino o con ricotta 
  o a piacere altra caciotta. 
  Per concludere il composto 
  tutto quanto insieme è posto 
  e con cura mescolato: 
  il ripieno è completato! 
             Imburrare ora un tegame 
  (a pensarci mi vien fame!) 
  dove stendi (e sii gentile) 
  la tua sfoglia ben sottile 
  che avrai cura di “sbordare” 
  per poterla rincalzare. 
  Metti al centro ben disposto, 
  uniforme, il tuo composto 
  e nel suo spessore un fosso 
  scava e dentro (bianco e rosso) 
  fa cadere un uovo e stendi 
  l'altra sfoglia (ed ora intendi), 
  la sigilli torno torno, 
  gonfi, ungi e dentro il forno, 
  caldo a 180 gradi, 
  per mezz'ora infili e badi 
  che non bruci e ben s'indori. 
  Poi dal forno tiri fuori 
  e la lasci raffreddare 
  per poterla appien gustare. 
            Elena Zucchini 
              
             IL PEPOSO 
             Se vuoi ti spiego che cos'è il “Peposo”: 
è un'antica ricetta fiorentina, 
  un piatto popolare e assai gustoso, 
  ma c'è da perder tempo un po' in cucina. 
             Metti un pezzo di carne muscoloso, 
  fatto a tocchi, con arte sopraffina, 
  sopra un soffritto ricco ed odoroso 
  poi aggiungi del buon vino di cantina, 
             con pomodori, sale e pepe nero, 
  e lento, lento tiralo a cottura. 
  Attenta a questo che non è un dettaglio: 
             quando il sugo è addensato per davvero 
  e la carne a infilzarla non è dura, 
  spargi pepe abbondante e un trito d'aglio. 
            Gioia Guarducci 
              
             CONIGLIO IN UMIDO E POLENTA 
               DI FARINA DI GRANTURCO 
             Questo è un piatto che unico e completo 
  può andar bene per tutte le stagioni. 
  Sembra all'inizio alquanto complicato 
  ma so che vi darà soddisfazioni. 
             Un chilo di coniglio a pezzettini 
  pomodori pelati: quasi un chilo, 
  tanti odori * tritati fini fini, 
  quattro cucchiai d'olio, non un filo. 
             In una casseruola assai capace 
  mettete le verdure a rosolare 
  con olio sale e pepe, se vi piace, 
  poi il coniglio per farlo riscaldare. 
             Seguono i pomodori e lentamente 
  fate bollire per almeno un'ora 
  rumando e sorvegliando attentamente. 
            Leonora Fabbri 
              
             BRACIOLINE COL CAPPOTTO 
             La visita di amici fu gradita, 
             fu d'obbligo servir cena squisita, 
             sol due fettine a porre sotto i denti, 
             ma così fini d'esser trasparenti.
             Due uova, sale, pepe e un po' di latte 
             e pan tostato fine, poi si sbatte, 
             stiacciate con impegno le fettine 
             da renderle ben larghe e molto fine, 
             s'immergono più volte nell'intruglio 
             da non lasciar neppure un rimasuglio, 
             tanto da farne un soffice cappotto 
             da somigliare a un piccolo fagotto. 
             Friccica l'olio nella vasta teglia, 
             la mamma ben disposta ora le veglia 
             le misere braciole derelitte 
             con gran maestria le affoga e sono fritte. 
             Pur non essendo inverno avean pelliccia, 
  sapevan più di pane che di ciccia, 
             l'aroma ed il sapor dato da loro 
             senza dubbio riuscì un capolavoro. 
             Servite con buon vino ed allegria; 
  gli amici: ..... “perché andare in trattoria?” 
            Loretta Chiesi 
              
             TORTINO DI CARCIOFI 
             Levate via le foglie più durette 
  e ancor le punte assai spesso spinose, 
  i bei carciofi poi tagliate a fette, 
  (sembran boccioli, ma non sono rose!) 
             Cospargeteli un poco di farina, 
  con prezzemolo fresco, aglio tritato, 
  ponete al fuoco in una padellina. 
  Quando tutto è abbastanza rosolato, 
             perché il tortino infine sia perfetto, 
  se vi sembra un tantino troppo asciutto, 
  lo ammorbidite con brodo ristretto, 
  per non rischiare che si attacchi tutto. 
             Poi quattr'uova battete con il sale 
  e buttatele dentro il tegamino, 
  cuocete d'ogni lato in tempo uguale, 
  finché bello e dorato sia il tortino. 
             Se sopra ci bevete del buon vino, 
  sentirete un sapore sopraffino. 
             Linetta Ajello Casini