Le rubriche

 

1 OTTOBRE 2005 - CONVEGNO DI GENOVA

Il SONETTO dal Dolce Stil Novo al Dolce Stile Eterno

8 secoli di successo in tutto il mondo della più italiana delle forme poetiche

di Elena Zucchini

tratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze

 

Autori di sonetti sono anche due poeti toscani innamorati di Genova: Dino Campana e Giorgio Caproni.

DINO CAMPANA (Marradi 1885 - Firenze 1932) è un'anima travagliata, sempre ramingo per il mondo. Spesso ci offre una poesia involuta.

Poesia facile

Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo, e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.

In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l'orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.

E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo

o quando o quando in un mattino ardente
l'anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.

 

GIORGIO CAPRONI livornese (1912-1990) visse lungamente a Genova, dove ebbe la sua formazione sia umana sia intellettuale e dove studiò musica. Subì l'influenza dei grandi poeti genovesi, MONTALE e SBARBARO. In lui la rima è elemento strutturante e vistosissimo.

Sirena

La mia città dagli amori in salita,
Genova mia di mare tutta scale
e, su dal porto, risucchi di vita
viva fino a raggiungere il crinale

di lamiera dei tetti, ora con quale
spinta nel petto, qui dove è finita
in piombo la parola, jodio e sale
rivibra sulla punta delle dita

che sui tasti mi dolgono? … Oh il carbone
a Di Negro celeste! Oh la sirena
marittima, la notte quando appena

l'occhio s'è chiuso, e nel cuore la pena
del futuro s'è aperta col bandone
scosso di soprassalto da un portone.

 

Alle soglie del terzo millennio a Firenze nasce l'ACCADEMIA VITTORIO ALFIERI, che oggi conta soci in tutta Italia. Coscienti che “la grande letteratura insegna a cercare la libertà attraverso una coerente disciplina di forme tradizionali” (Mario Missiroli), i poeti dell'Accademia hanno come impegno prioritario la conservazione e la prosecuzione della tipica poesia italiana con la ripresa dei ritmi e dei metri classici, rivisti in chiave neomoderna. Se con il termine “avanguardia” non si intende il gusto dello scandalo, ma piuttosto un impulso radicale di protesta contro l'abitudine e il pubblico, una sfida al mercato, una ricerca di elaborazione di forme nuove nell'ambito di un ritorno alle fonti della poesia, allora i Poeti dell'Accademia costituiscono un'avanguardia.

Lo slogan “IL DOLCE STILE ETERNO” (che è anche il titolo dell'inserto del nostro giornale) è stato coniato da DALMAZIO MASINI con evidente riferimento al Dolce Stil Novo proprio per caratterizzare questo recupero: l'aggettivo “dolce” riguarda l'amalgama linguistico metrico sintattico, insomma la soavità espressiva di questo stile che se era “NOVO” ai tempi di Dante, dopo 8 secoli ha il sapore dell'eternità.

Molti Soci dell'Accademia sono autori di sonetti; di coloro che hanno partecipato al convegno di Genova riportiamo i testi letti nell'occasione, a dimostrazione di come il sonetto si sia conservato invariato nel tempo e come sia tuttora una forma valida e attuale.

 

Del nostro Presidente, DALMAZIO MASINI, innamorato delle forme metriche, dei giochi rimici e dei ritmi della classica poesia italiana, (tanto da inventare a metà degli anni '90 il Rondò italiano, uno schema metrico rigido e complesso) proponiamo un sonet marotique, variante francese del sonetto classico:

Nudità

Di nudità soltanto rivestita
danzi leggera al ritmo dei tuoi passi
e ad ogni sguardo che il mio sguardo invita
è come se di nuovo penetrassi

nella tua carne tenera che ancora
è intrisa dall'odore del piacere
e nella bocca tua che ricolora,
di rossi baci, a festa le mie sere.

Desiderio di te che sempre inghiotte
e sempre chiede il dono di una notte!

Nel raccoglier le tue sottili trine
e portare alle labbra il tuo profumo
in un brivido lungo, senza fine
da te rinasco e con te mi consumo.

 

e il “ sonetto minore” (versi più corti dell'endecasillabo) :

Mezzanotte

Bella la Luna stasera
a illuminare i tuoi occhi
mentre improvvisi rintocchi
forano l'aria a raggiera.

Magica, chiara atmosfera,
le stelle piovono a fiocchi
sui nostri cuori, marmocchi
dentro a una favola vera.

Forse conviene tacere,
restare immobili e muti
felici di appartenere

ai sogni intorno caduti
e navigare i minuti
di così intenso piacere.

 

(segue)

 

I parte

II parte

III parte

IV parte

V parte

VI parte

VII parte

VIII parte

IX parte

X parte

XI parte