Le rubriche1 OTTOBRE 2005 - CONVEGNO DI GENOVAIl SONETTO dal Dolce Stil Novo al Dolce Stile Eterno8 secoli di successo in tutto il mondo della più italiana delle forme poetichedi Elena Zucchinitratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze
II parte Ed è proprio a questo punto che il sonetto valica le Alpi e si propaga in tutta Europa. SPAGNA GARCILASO DE LA VEGA di Toledo (1503-1536) si familiarizzò in Italia con la letteratura italiana. Con lui la poesia spagnola si apre all'influsso del Petrarchismo e assimila la metrica italiana a cominciare dall'endecasillabo. Nelle sue “Obras” scrive 38 sonetti dove l'espressione del sentimento amoroso non scade nel manierismo degli epigoni petrarchisti. Riportiamo il testo originale di Hermosas ninfas Hermosas ninfas, que en el río metidas, agora ésteis labrando embebecidas dejad un rato la labor, alzando que o no podréis de lástima escucharme, e la bella libera traduzione interpretativa, in metrica perfetta, del nostro CARLO CANTAGALLI, che si è pure occupato della lettura dei testi in lingua spagnola: Ninfe graziose immerse nel torrente adesso ricamate febbrilmente se poteste lasciare i vostri ardori ma non potendo averli a voi narrati A cavallo tra otto e novecento il sonetto è ancora presente in Spagna nell'opera di Machado e Jiménez. Ma a testimoniare la diffusione mondiale del sonetto, che ha pure trasvolato l'Oceano, proponiamo, sempre in lingua spagnola, un sonetto d'amore di PABLO NERUDA. Nato a Parral, in Cile sulle Ande, nel 1904 e morto a Santiago nel 1973, si dedicò alla carriera diplomatica e politica e conobbe un lungo esilio che lo portò per lungo tempo in Spagna dove frequentò i poeti dell'epoca fra cui Garcia Lorca, cui dedicò un'ode famosa. Dai “Sonetti d'amore” abbiamo scelto il Sonetto LXVI che giocando su due sole rime è un “sonetto continuo”: No te quiero sino porque te quiero Te quiero sol porque a ti te quiero, Tal vez consumirá la luz de Enero, En esta historia sólo yo me muero così tradotto da Giuseppe Bellini: Non t'amo se non perché t'amo Ti amo solo perché io te amo, Forse consumerà la luce di Gennaio, In questa storia solo io muoio PORTOGALLO LUIS VAZ DE CAMOES nacque forse a Lisbona o forse a Coimbra intorno al 1525 e morì nel 1580. È il maggior rappresentante della poesia lusitana e il poeta nazionale portoghese. Il suo poema epico “I Lusiadi”, tradotto in molte lingue, giunge in Italia e Torquato Tasso, che si sente a lui vicino per l'esilio e il continuo peregrinare, lo apprezza così tanto che gli dedica (guarda caso) un celebre sonetto. De Camoes ha una vasta produzione lirica che comprende poesie in metri iberici e opere d'imitazione classica italiana in endecasillabi. Di lui proponiamo un sonetto che è la traduzione letterale del famoso sonetto che apre il Canzoniere del Petrarca. Vós que escutais em rimas derramado Vós que escutais em rimas derramado sabei que busca só do já cantado Pois vejo que tamanho sentimento sirva de exemplo claro meu tormento, e come traduzione utilizziamo il testo del Petrarca: Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono del vario stile in ch'io piango et ragiono Ma ben veggio or sì come al popol tutto et del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto, Successivamente, dopo un 800 senza grandi risultati, si raggiunge l'arte con FERNANDO PESSOA , nato a Lisbona nel 1888 e morto nel 1935. Dalle “Poesie esoteriche” abbiamo scelto un testo, sotto forma di sonetto classico, che è forse uno dei più ermetici di Pessoa. Scritto per Gomes Leal, poeta maledetto, con i riferimenti a Saturno e alla Luna si inserisce nell'interesse del poeta per l'occultismo e gli studi esoterici. Gomes Leal Sagra, sinistro, a alguns o astro baço. Este, poeta, Apollo em seu regaço Inuteis oito luas da loucura Mas da noite sem fim um rastro brota, Tradotta così da Francesco Zambon e Ivette Marli Boso: Sinistro, consacra alcuni l'astro opaco. Questi, poeta, nel suo seno Apollo Inutili otto lune della follia Ma dalla notte senza fine spunta una traccia, (segue)
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