Articolitratti dalla rivista
IL "FULIGNO"a cura di Gioia Guarduccida "Il Dolce Stile Eterno" supplemento de L'Alfiere di Giugno 2005
Per soddisfare la curiosità dei nostri amici, vogliamo oggi dare brevi cenni sul “Fuligno”, la struttura che in Firenze (al n.52 di via Faenza), accoglie il nostro laboratorio di poesia ogni giovedì pomeriggio (dalle 16 alle 19) e ci ospita sia per la presentazione di libri e di autori, sia per ogni altra occasione di incontro. Le prime notizie del Convento del Fuligno risalgono nientemeno che all'anno 1316, quando in questo luogo è documentata l'esistenza di un monastero (romitorio) di suore Agostiniane. Nel 1416 la nobile Ginevra Bardi, vedova degli Alberti, lo acquista per accogliere una comunità di Terziarie Francescane, fondata a Foligno dalla Beata Angiolina. Le nobildonne umbre, suor Onofria dei conti di Abruzzo e suor Giovanna degli Onofri, con altre compagne giungono nel 1419. Da allora la struttura viene chiamata popolarmente “Convento delle Contesse” o “ Convento del Fuligno”. Negli anni seguenti la struttura, dedicata, così come la chiesa conventuale, a Sant'Onofrio, viene ingrandita con un chiostro, un grande dormitorio e un refettorio, per dare ospitalità a vedove e a ragazze orfane e povere. Nei secoli che seguiranno, tutti gli ambienti facenti parte del grande complesso sono abbelliti con pitture commissionate ai migliori artigiani dell'epoca. Si possono vedere ancora, nella grande sala del refettorio, detto “Cenacolo del Fuligno” (in via Faenza 42) un prezioso affresco, datato circa al 1495, raffigurante l' Ultima Cena del pittore Pietro Vannucci detto il Perugino (quest'opera inizialmente era stata attribuita a Raffaello). Nel cenacolo vengono inoltre conservati gli affreschi staccati di Bicci di Lorenzo e un Crocifisso ligneo attribuito a Benedetto da Maiano (del 1465 circa). N el 1829 in un documento ufficiale troviamo citato il “Fuligno” con il nuovo nome di "Conservatorio dì povere e oneste fanciulle". In questa struttura maestre laiche stipendiate insegnano alle ragazze fiorentine (appunto orfane o povere) oltre che “a scrivere, a leggere e a far di conto”, anche ad eseguire lavori tipicamente femminili (rammendo, cucito, taglio, ricamo, ecc) . Nel 1853, a causa della continua crisi finanziaria del Conservatorio, le maestre laiche lasciano il posto alle suore, prima alle “Figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli”, poi dal 1928 alle “Suore dell'Immacolata” di Genova, che resteranno con una scuola materna, una scuola elementare e una scuola media, fino al 1976 (le ultime convittrici interne uscirono nel 1973). Negli anni successivi la struttura ospita provvisoriamente alcune associazioni (quali Unesco, Caritas diocesana,ecc.) fin quando, grazie ai fondi stanziati dallo Stato per il Giubileo del 2000, il grande complesso (di circa 4.000 mq.) viene, con la partecipazione del Comune di Firenze, risanato e ristrutturato. Dal 2001 negli antichi ambienti hanno trovato posto mini alloggi per ospitare temporaneamente persone bisognose di accoglienza e di reinserimento sociale, un centro diurno assistenziale, una ludoteca interculturale per bambini di tutte le etnie e un centro anziani. Dal 2003 Andrea Bagnai, presidente del Centro socio-culturale e centro anziani, ha dato l'avvio a molte iniziative ricreative e culturali, tra cui laboratorio e mostre di pittura, scuola di doratura, incontri e conferenze. Qui trovano ospitalità, dal settembre 2003, gli incontri settimanali del laboratorio di poesia dell'Accademia Alfieri e sempre in questi locali, a cura della nostra socia Tiziana Curti, è stata creata una biblioteca che raccoglie volumi di poesia di autori dal secondo Novecento ad oggi. Gioia Guarducci |